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Abstract
Nel progettare la didattica e la formazione, ma anche la comunicazione aziendale interna ed esterna, il tema della neurodiversità è spesso trascurato o trattato solo in termini di linguaggio da utilizzare, chiedendosi come “parlare di” o addirittura come “parlare per” le persone neurodivergenti, in termini di linguaggio identitario o accessorio, più che come “parlare a” o “parlare con” chi diverge dalla norma neurotipica. C’è inoltre molta confusione sulle varie neurodivergenze esistenti e su cosa comportino in termini di fruizione di testi, grafiche e interventi, sia per via delle varie differenze percettive e di elaborazione che condizioni come dislessia o disprassia possono comportare, sia per la variabilità nell’interpretazione pragmatica che è protagonista della comunicazione autistica e ADHD.
L’intervento, che si propone di fare chiarezza tra elementi comuni e distinzioni tra le varie neurodivergenze e suggerire approcci pratici per una comunicazione più neurodivergent-friendly, fa parte del progetto di Terza Missione della Facoltà di Medicina e Psicologia Sapienza.